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Asante Sana

Asante Sana.

Queste due parole, il cui significato scoprirete solo alla fine, sono il filo che lega l'esperienza missionaria in Tanzania fino ad arrivare ad oggi con il mio ritorno alla quotidianità.

A un mese esatto dalla partenza mi ritrovo a dover testimoniare, tramite queste righe, sull'esperienza vissuta insieme ai miei 11 compagni di viaggio, accompagnati da Don Davide e guidati da Alex.

Scrivo qualcosa ma sono consapevole che le parole non sono sufficienti per spiegare fino in fondo quanto ho vissuto e toccato con mano durante la mia permanenza.

Quello che abbiamo vissuto e fatto in Tanzania, non è stato altro che "spogliarci" delle nostre vesti occidentali per "indossare" le vesti di quella parte del mondo. Non abbiamo fatto altro che "ESSERCI", stare insieme, vivere e condividere la vita dei missionari lì presenti e della gente dei villaggi. Perché mentre da noi si è perso quasi il valore dello stare insieme con le persone, ed è sempre più difficile condividere la nostra vita con gli altri, figuriamoci se poi, ad accomunarci agli altri, c’è pure la povertà, allora si che L'ESSERCI conta eccome.

A qualcuno questa descrizione, potrà sembrare strana e riduttiva, a me che provengo da un paese, Cimolais, dove tutto sommato esiste ancora il valore dello stare insieme e del condividere, all'inizio non sembrava una cosa poi cosi strana e non ci facevo molto caso. Ma alla fine è proprio quello che abbiamo vissuto fin dai primi momenti, con gli orari e i percorsi dei lunghi viaggi di spostamento verso i villaggi che ci hanno ospitato. Viaggi che hanno subito fatto capire quello che questa terra chiede ai sui abitanti. ESSERCI.

La gioia, i sorrisi e lo stupore di quei bimbi mentre guardano e toccano la mia pelle bianca, la loro felicità nel vedersi ritratti in uno schermo di una macchina fotografica, la loro voglia di cantare, giocare o semplicemente prendere la tua mano accompagnandoti in qualunque posto tu stia andando fanno capire che in quel momento il nostro ESSERCI, per loro è il DONO più bello che ci sia. La cosa poi non cambia quando incontriamo ragazzi e adulti: basta uno sguardo e subito capisci che anche per loro "ESSERCI" è probabilmente solo quello che ci chiedono.

Per il rispetto rivolto a noi (in quei momenti ospiti) da parte del Parroco di Migoli e dei suoi aiutanti durante i pranzi o le cene (per loro pranzi tipici dei soli giorni della festa) , di BABA (Padre) Salvatore a Kitanewa, il rispetto delle suore e dei missionari delle varie realtà, alcune anche molto problematiche, visitate in quei giorni, il rispetto dei nostri instancabili autisti e accompagnatori, il loro donare quel poco che hanno e sicuramente ottenuto con enormi sacrifici, ti fanno sentire in un primo momento (brevissimo) importante, ma immediatamente poi ci viene chiesto di ESSERCI, non solo fisicamente ma ESSERCI come un dono di DIO.

ESSERCI per giocare con quei bimbi, per tenerli per mano, per cercare di parlare sapendo che nessuno dei due capirà l'altro, per sforzarsi di mangiare quello che magari a casa non mangeremo mai, ma che qui han preparato con AMORE e SACRIFICIO, per guardare negli occhi bambini o adulti che magari sai essere ammalati, per stringere le mani dei missionari sempre e comunque sorridenti nonostante le difficoltà, per respirare anche i forti odori di villaggi fatiscenti....

Tutte le persone incontrate in questo cammino potranno pure essere prive di denaro, di vestiti e quant’altro, ma sono ricche di amore, gioia, condivisione, e tanto di questo, l’hanno donato anche a me, e alla fine quell' ESSERCI, li insieme a queste persone "povere", ha arricchito più me di quanto il mio ESSERCI possa aver fatto per loro.

Ed ecco quindi che non possono esserci migliori parole delle due con cui ho voluto iniziare questa breve testimonianza e che noi ospiti di quella terra abbiamo sentito rivolgerci infinite volte.

Parole che mi sento in dovere di rimandare a questa splendida terra e ai suoi abitanti per quanto hanno saputo donarmi.

ASANTE SANA che in lingua swahili significa GRAZIE MILLE

Permettetemi così di ringraziare anche i miei genitori ai quali ho tenuto nascosto fin quasi all'ultimo il fatto di intraprendere questa esperienza :) Un grazie particolare a Don Umberto e a tutti i parrocchiani e amici di Cimolais e non solo, che hanno reso possibile la raccolta di 1065 euro che assieme alla raccolta di tutti gli altri compagni, per un totale di circa 3000 euro, sono stati donati alle Parrocchie di Migoli e di Kitanewa, utili a sostenere i diversi progetti ivi presenti quali Asili, scuole, dispensari, orfanotrofio e molto altro.

Un grazie ai miei compagni di viaggio da cui ogni giorno, attraverso i loro gesti o le loro parole, ho ricevuto un dono. Un grazie a Don Davide Brusadin e a Don Alberto della Bianca per la loro guida spirituale. Infine un grazie ad Alex Zappalà che attraverso il suo aiuto, i suoi aneddoti, i suoi racconti, le sue spiegazioni ha saputo rendere reale e gratificante questa esperienza


Simone Zanna

Giovane missionario in Tanzania con il Viaggio Missionario

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